NeXT, un mondo di periferiche.
Dell'hardware NeXT se ne parla spesso, molto meno trattato invece l'argomento delle periferiche specificamente nate per questa piattaforma.
A partire dal 1990 vennero introdotte sul mercato soluzioni hardware volte ad espandere le potenzialita' delle NeXTstation e dei NeXTcube. Tra i sistemi di input dobbiamo citare innanzitutto gli scanner:
-l'Abaton Scan 300/GS, uno scanner SCSI 8 bit a 300 dpi in scala di grigio (!). Queste le caratteristiche dichiarate: 256 livelli di grigio a 8 bit per pixel, salvataggio in TIFF, riduzione delle immagini per un comodo utilizzo nelle applicazioni NeXT (Mail, Virtuoso, Lotus Note ecc.), 256 livelli di regolazione contrasto e luminosita'.
Naturalmente, essendo basato su tecnologia SCSI, lo scanner era compatibile anche con altre piattaforme, principalmente Macintosh ma anche IBM o PS/2.
-l'IX-30F Image Scanner di Canon, dalle caratteristiche sostanzialmente simili al precedente ma con inseritore automatico di fogli e possibilita' di salvataggio nativo anche nel formato EPS.
In seguito, grazie a software come ScanTastic di Second Glance Software, fu possibile l'impiego di numerosi scanner SCSI a colori non specifici per il black hardware.
Tra gli scanner di fascia alta era disponibile lo Scan-X Professional (1500 dpi al tratto) e dotato di uno tra i primi software OCR per NeXT.
Per chiudere la categoria, menzione speciale al Visus Departmental Scanner di Visual Understanding Systems, adatto a grandi flussi di lavoro, in grado di acquisire fino al formato 28x43 cm a 2000 dpi!
Tra i dispositivi per il trasferimento dati, a sopperire alla mancanza di floppy sui primi modelli di NeXT Cube ci penso' Digital Instrumentation Technology con il suo Cube Floppy 1.4: collegato attraverso la porta SCSI era in grado di leggere e scrivere su floppy disk da 720 KB e 1,4 MB.
Grazie al software FloppyWorks in dotazione era possibile trasferire dati in formato MS-DOS e Macintosh. Una porta SCSI supplementare lo rendeva collegabile a catena, impostando l'ID SCSI tramite selettore esterno.
In seguito D.I.T lancio' Cube Floppy 2.9, l'evoluzione del proprio drive in grado di leggere e scrivere floppy disk da 2,88 Mb.Naturalmente D.I.T. non fu l'unico produttore di floppy drive esterni: nel 1991 anche Pheriperal Land mise in vendita il suo SuperFloppy 2.8, dalle caratteristiche tecniche ed estetiche pressoche' identiche al prodotto di punta di D.I.T.
Pheriperal Land in seguito affianca al SuperFloppy 2.8 anche il PLI Infinity 40 Turbo un lettore esterno SCSI basato su meccanica SyQuest da 45 Mb, esteticamente NeXT-compatibile, nonche' una nutrita gamma di dispositivi esterni per lo storage quali lettori CD-ROM e Hard Disk esterni di capacita' tra i 200 Mb e 1,2 Gb.
Tra gli altri produttori di drive floppy citiamo anche: Dayna Communications con il suo DaynaFILE (in grado di leggere dischi 5,25" da 1,2 Mb/360 Kb e dischi 3,5" da 1,4 Mb/720 Kb) e Pacific Microelectronics con il modello PM1.44, dal look accattivante e perfettamente sovrapponibile al case del NeXT Cube.
Con lo stesso look Pacific Micro realizzo' anche PM HDE, un case per HD in grado di alloggiare uno o due hard disk da 330 a 660 Mb, dotato inoltre di due alimentatori ridondanti.
Con il marchio Tecor vennero comercializzate inoltre una serie di unita' esterne (lettori Magneto Ottici, CD-Rom, lettori DAT) realizzate sulla base dello chassis PM1.44 di Pacific Micro, impilabili sul Cube o montate su rack.
Sempre tra le unita' removibili esterne va citato anche il JETSTREAM Tape Backup System di Personal Computer Peripherals Corp., un affidabile sistema di archiviazione a nastro che utilizzava nastri standard da 8 mm per archiviare fino a 2,4 GB di dati, con un transfer rate sino a 14,4 Mb al minuto. Data la particolare robustezza, non e' raro trovarne ancora qualche unita' collegata ad un vecchio Mac SCSI.
Per quanto riguarda il settore video, l'Extron RGB 111 era un interessante adattatore che consentiva di splittare il segnale del monitor N4000 su un videoproiettore o su un monitor dotato di ingressi RGB.
L'interfaccia riproduceva il video monocromatico mixando i tre canali Red, Green e Blu, consentendo il contemporaneo utilizzo del monitor NeXT Megapixel Display. Grazie al buffer interno, rendeva possibile la visualizzazione di un segnale pulito e stabile anche con cavi estremamente lunghi.
Sempre di Extron Technologies la particolare Extron Board per NeXT Cube, che consentiva, al pari dell'Extron RGB 111 per le NeXTstation, di collegare il computer ad un proiettore o ad un monitor di terze parti, consentendo il contemporaneo utilizzo del monitor monocromatico NeXT.
L’Extron Board era una scheda estremamente costosa, che ebbe poca diffusione e fu prodotta in pochissimi esemplari.
Menzione speciale alla scheda Ariel Quintprocessor di Ariel Corp., un interessante scheda di espansione audio per il NeXT Cube: dotata di 5 processori DSP56001 a 27 Mhz (quattro dedicati all'elaborazione vera e propria, il quinto processore dedicato alla gestione della memoria DRAM, delle unita' SCSI e al coordinamento tra i 4 processori) la scheda di Ariel rappresentava lo stato dell'arte nel campo della musica digitale, offrendo possibilita' di elaborazione musicale mai raggiunte fino a quel tempo. Scheda dal costo proibitivo (quasi quanto un Cube) ebbe una diffusione limitatissima.
Molte altre periferiche vennero create in seguito, ma quelle qui citate entrano a buon diritto tra le testimonianze di cio' che fu l'entusiasmo verso questa nuova piattaforma, costosa ed elitaria ma capace come poche di entrare nell'immaginario informatico degli anni '90.
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