Olivetti

 

Olivetti inizia la sua avventura nell'elettronica già nel 1952 quando fonda a New Canaan, nel Connecticut, un centro di ricerca con lo scopo di seguire gli sviluppi della nuova tecnologia.

Pochi anni dopo, nel 1955, viene creato un piccolo gruppo di ricerca a Barbaricina, nei pressi di Pisa, dove alcuni ricercatori Olivetti stanno già partecipando ai lavori di sviluppo di un calcolatore italiano nella locale università.

Qui inizia un intenso lavoro di progettazione, che, passando per la realizzazione di due diversi prototipi, porterà alla realizzazione nel 1959 del primo calcolatore commerciale italiano: l’Elea 9003.

La macchina è un prodotto tecnologicamente all’avanguardia, è infatti il primo computer commerciale basato sulla nuova tecnologia dei transistor, che permette una notevole velocità ed affidabilità. Negli anni successivi saranno sviluppate altre macchine: Elea 6001 nel 1961 (per applicazioni scientifiche) ed Elea 4001 nel 1963 (per applicazioni commerciali).

Nel 1960 l’elettronica entra anche nelle tradizionali macchine contabili meccaniche, che vengono dotate, nel nuovo modello Mercator 5000, di una innovativa Unità di Moltiplicazione Elettronica (UME).

Purtroppo negli anni seguenti una serie di avvenimenti stroncheranno lo sviluppo dell’azienda nel settore dei grandi calcolatori. La morte di Adriano Olivetti e la difficile situazione finanziaria porteranno nel 1965 alla dismissione della Divisione Elettronica che verrà in pochi anni completamente assorbita dalla General Electric.

Ma l'uscita della Olivetti dal settore dell'informatica non dura a lungo, un piccolo gruppo guidato da Pier Giorgio Perotto lavora su un calcolatore programmabile: la Programma 101. Presentata nel 1965 a New York incontrerà subito un grande quanto inaspettato successo, la stampa americana la definirà “first desktop computer in the world”.

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Programma 101 - Foto Martin Willemsen

Contrariamente ai grossi calcolatori dell’epoca, la Programma 101 è indirizzata ad un uso personale. Le piccole dimensioni permettevano di collocarla comodamente sulla scrivania e la semplicità d’uso consentiva l’introduzione della macchina anche in piccoli uffici non dotati di personale specializzato.

Negli anni seguenti l’azienda non saprà gestire la posizione di vantaggio datale da un prodotto tecnologicamente avanzato e non riuscirà a continuare nello sviluppo del sistema. La P203 del 1967 non apporta sostanziali modifiche al progetto originale.

Nel 1971 viene presentata la P602, un nuovo microcomputer per applicazioni tecnico-scientifiche che viene presentato come l’evoluzione della P101, affiancato nel 1973 dal P652.

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P602- Foto Fabrizio Fesani

Nel 1975, alla Fiera di Hannover, Olivetti presenta il suo nuovo microcomputer P6060, dedicato principalmente ad applicazioni tecnico-scientifiche. Commercializzato dal 1976, è un computer desktop relativamente compatto che racchiude al suo interno anche un lettore per floppy disk da 8” e la stampante termica. La visualizzazione è demandata ad un piccolo display elettroluminescente da 32 caratteri. Il computer non è basato su un microprocessore, oggetto che all’epoca è ancora una relativa novità, ma su schede completamente realizzate con componentistica logica standard.

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Il computer P6060 - Foto Roberto Bazzano

Nel 1977 la gamma si arricchisce del modello P6040 che per la prima volta utilizza un microprocessore, l’Intel 8080. Il P6040 integra un piccolo lettore di dischi magnetici da 6,5 cm che consente di memorizzare 3kB di dati.

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Olivetti P6040 - Foto Massimo Sernesi

Nel Marzo 1982 Olivetti presenta il nuovo elaboratore M20, basata sul processore a 16 bit Zilog Z8001. Purtroppo solo pochi mesi prima IBM aveva presentato il suo Personal Computer, ed il mercato si era immediatamente indirizzato verso la standardizzazione sulla piattaforma Intel/Microsoft.

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I modell M20 ST e BC - Foto Antonio Busi

Seguendo i dettami del mercato nel marzo 1984 viene presentato alla Fiera di Hannover l’M24, macchina stavolta completamente compatibile con il prodotto IBM. Sarà un grande successo internazionale, aiutato anche dall’accordo con AT&T che commercializza il computer negli USA con proprio marchio. In quel periodo l’Olivetti è il terzo produttore mondiale di computer, il primo in Europa.
Contemporaneamente all’M24 sara presentato anche l’M21, un interessante trasportabile con monitor integrato.
La produzione di personal computer continuerà per molti anni con il susseguirsi di numerosi modelli come M19 ed M28 (del 1986), M240 ed M280 (del 1987), M200 ed M290 (del 1988).

Altro settore dove l’azienda di Ivrea si dimostrerà vincente è quello dei computer portatili.
Oltre al già citato trasportabile M21, nel 1984 viene commercializzato l’M10, un piccolo computer portatile con schermo LCD prodotto per Olivetti dalla giapponese Kyocera, che lo realizzerà con piccole differenze anche per Radio Shack (modello 100) e NEC (PC-8201). Piccolo e leggero (1,9 kg) può entrare nella valigia del manager in viaggio ed è dotato dei software necessari: un word processor, un’agenda, un database per nomi e indirizzi, ed un programma di comunicazione. Il computer è anche dotato di Microsoft Basic.
Nel 1986 l’M21 viene sostituito dall’M22 e successivamente dall’M15 (1987), prodotto già simile agli attuali notebook.
Seguiranno nel 1989 i modelli M111 e M211, e nel 1991 il modello “Olivetti 1”.
Il 1992 è l’anno dell’“Olivetti Quaderno”, un notebook di dimensioni estremamente compatte che possiamo considerare il predecessore degli attuali palmari.

L’attività nella fascia alta del mercato continua la strada intrapresa dall’M20 con la presentazione di una serie di macchine che compongono la “Linea 1”. Computer come l’M40 e l’M60, sempre basati su processore Zilog Z8001, sono indirizzate al settore gestionale di aziende e pubblica amministrazione, ed utilizzano il sistema operativo proprietario MOS ( Multifunctional Operating System).

Ma i Personal Computer e le macchine business non sono i soli fronti su cui Olivetti lotta in questo periodo. Sono gli anni del boom dell’home computer, Olivetti non resta a guardare, ma anziché entrare direttamente in competizione con gli agguerriti produttori emergenti (Sinclair, Commodore, i costruttori giapponesi, tanto per citarne alcuni), si accorda con produttori già affermati per la fornitura di versioni personalizzate di prodotti già sviluppati. Nel 1986 esce il PC128, versione rimarchiata del francese Thomson MO 6, l’anno seguente il PC128S, derivato dall’inglese Acorn BBC Master Compact. La limitata disponibilità di software e il ritardo di ingresso sul mercato ne determineranno lo scarso successo.
La line “home”, denominata “Prodest”, si arricchisce nel 1988 del PC1, un piccolo personal MS/DOS per uso casalingo che poteva essere collegato al televisore.

 

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