Nel 1969 IBM presenta una nuova gamma di calcolatori commerciali, la serie System/3. La nuova linea di macchine è indirizzata alla fascia bassa del mercato, in particolare ai clienti che ancora utilizzano la serie 1400 o macchine meccanografiche. Un sistema tipico a schede perforate aveva un costo di 54400 $.

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Immagine del System/3 da depliant dell'epoca

Il System/3 viene proposto con un nuovo tipo di scheda perforata, che si prefigge lo scopo di ridurre l'enorme spazio necessario per archiviare i dati. Pur avendo una dimensione di circa 1/3, rispetto alla classica scheda IBM ad 80 colonne, consentiva di memorizzare il 20% di informazioni in più.

IBM chiama questa nuova scheda "96 colonne", ovvero il numero dei gruppi di fori, disposti in linea tra loro, che descrivevano il carattere immagazzinato.

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La scheda perforata IBM a 96 colonne
– Foto Luigi Serrantoni

La scheda utilizza, al posto dei fori rettangolari della 80 colonne, dei fori circolari del diametro di 1 mm, simili a quelli dei nastri perforati. Il cambiamento riflette il diverso metodo di lettura utilizzato, quello delle fibre ottiche al posto dei contatti meccanici.

Ogni carattere è memorizzato in codice BCD a 6 bit, ovvero su 6 fori. I dati sono disposti su 3 file da 32 caratteri l'una.

La parte superiore della scheda è dedicata alla stampa e prevede lo spazio per 4 righe di 32 caratteri ciascuna. Utilizzando la parte superiore della scheda per ulteriori colonne da 2 fori si potevano memorizzare dati ad 8 bit in formato EBCDIC.

L'unità di gestione IBM 5424 Multi-Function Card Unit (MFCU), permetteva di leggere, perforare e stampare le schede. Due caricatori separati consentivano di eseguire contemporaneamente operazioni su due "file".

La larghezza della nuova scheda corrisponde all'altezza della scheda standard, inoltre l'interasse tra i fori della 96 colonne corrisponde a quello orizzontale della 80 colonne. Questo per permettere la realizzazione di macchine che fossero compatibili con entrambi i tipi di scheda.

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Confronto delle schede a 96 ed 80 colonne – Foto Luigi Serrantoni

Le piccole dimensioni della scheda a 96 colonne consentirono applicazioni che andavano oltre la semplice memorizzazione di dati. Per esempio furono utilizzate come cartellino prezzi nei punti vendita e per la gestione degli inventari.

Alcuni costruttori, come Burroughs, costruirono macchine che si basavano su questa scheda, ed IBM realizzò dispositivi per utilizzare la nuova scheda su altri sistemi, come il System/370. Però, nonostante gli indubbi vantaggi, la nuova scheda non riuscì ad imporsi. La tecnologia delle schede perforate era ormai in declino e la classica 80 colonne era uno standard di fatto.

Il System/3, che fu prodotto anche in Italia a Vimercate, restò in produzione fino al 1985.

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